Intervista a Teresina Peaquin, Ambassador Stomia
Mi chiamo Peaquin Teresina ho 83 anni compiuti e sono una bisnonna.
Nella mia vita ho sempre ho sempre lavorato, amando i miei i miei lavori e ho sempre ricevuto dai lavori grandi soddisfazioni.
Purtroppo, ho avuto anche, come tutti, momenti bui e di grande sofferenza, ma ho sempre cercato di pensare positivamente e vedere il bicchiere mezzo pieno.
Momenti tristi sono iniziati nel 1990. Il 17 giugno ho perso mio papà che aveva 75 anni ed era stato colostomizzato a maggio del 1989. Non avevano ritenuto di fare la chemioterapia perché lo stadio era molto avanzato e sarebbe solo stata sofferenza. Era un Alpino e nella sua vita aveva solo e sempre lavorato. Con lui imparai a gestire la stomia perché mi chiamava la sua crocerossina.
Al 30 agosto dello stesso anno mio fratello Ovidio che aveva 54 anni ci lasciò per lo tesso tumore ed era stato operato un anno prima, ma non stomizzato. Aveva fatto chemioterapia ma nonostante le cure non era riuscito a sconfiggere questa bestiaccia. Lo chiamavano l'uomo di pietra perché 'era solo lavoro' e sport.
A maggio del 1994 dopo un controllo per sangue nelle feci mi diagnosticarono lo stesso tumore dei miei congiunti e mi crollò il mondo addosso. Venni subito ricoverate all'ospedale Molinette di Torino dove trovai dei medici che mi aiutarono in tutti modi, soprattutto psicologicamente. Era un brutto periodo per me perché' oltre al lavoro mi occupavo anche della mia nipotina che aveva 4 anni, perché' mia figlia stava attraversando un brutto periodo della sua vita. In questo ospedale stavano sperimentando le prime operazioni del tumore al colon ma senza stomizzare ma venni consigliata visti i casi precedenti ad accettare la stomia.
Il 17 giugno fui operata. Naturalmente l'umore era a terra, ma sia la mia famiglia che i medici mi stettero molto vicini. Infatti, il primario permise a mio marito di portare in ospedale la mia nipotina Giorgia. E quel giorno decisi che dovevo farcela. Dopo 25 giorni, iniziai la prima chemio e feci altri 7 cicli (dal lunedì al venerdì) ogni 20 giorni nella stanza chiamata vomitatoio. Ma non bastava. Decisero che dovevo anche fare la radioterapia. Sembrava una cosa da niente ma a settembre avevo difficoltà a camminare. Anche lì tirai fuori le unghie e decisi di combattere. A dicembre sembrava tutto buio, ma il mio capo mi chiese se mi sentissi di lavorare qualche giorno, perché' ero impiegata in una importante gioielleria di Torino e i Clienti chiedevano di me.
Dopo un consulto con il mio caro marito decisi che avrei potuto provare a lavorare. Lui si era impegnato ad aiutarmi in tutti i modi. Fu un toccasana. I Clienti che mi rivedevano con gioia e tutti che cercavano di starmi vicino per non farmi stancare. A gennaio ripresi la mia chemio ma ora mi sentivo ogni giorno più forte. Ripresi definitivamente il lavoro a metà febbraio.
Per gestire la stomia avevo ripreso a frequentare l’ambulatorio dell’Ospedale S: Giovanni perché era vicino al mio posto di lavoro e visto il tipo di lavoro mi iniziarono all'irrigazione. Così ogni sera mi chiudevo in bagno e iniziavo il mio lavaggio che continuo a fare a tutt’oggi. Così il giorno dopo riesco ad avere una vita normale senza dover cercare un bagno per cambiare la sacca.
Qualche volta succede. basta un'emozione o un cibo non digerito o un gelato che ho bisogno come tutti di potermi cambiare. Devo dire che la signora Gambareri (stomaterapista) mi aveva istruita molto bene e con pazienza ed era molto disponibile perché per non farmi perdere tempo si dedicava a me nell'intervallo del mezzogiorno quando il negozio era chiuso. Non frequento più un ambulatorio di stomaterapia perché ormai sono una veterana e anche esperta.
Ai miei cari amici stomizzati consiglio di essere positivi al massimo, se oggi è un po’ grigio, domani ci sarà un bel sole! io nei momenti bui, rivolgo una preghiera ai miei cari, che da lassù mi controllano e mi dicono: DAI CHE CE LA FAI!!!!!
Quando io sono stata stomizzata si parlava poco di questa operazione. La Convatec che ringrazio con tutto il cuore mi è sempre stata vicina sia psicologicamente che con invio campionature prodotti che mi sono serviti per decidere quale era più adatto a me. Sicuramente il servizio Convatec me+ è utilissimo. Le consulenti sono delle vere amiche, che fanno il lavoro con passione e il supporto è eccezionale. E dopo 30 anni, 7 mesi e 12 giorni di STOMIA lo confermo a gran voce
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